SUper Ospiti: UANM

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Oggi siamo lieti di presentarvi il Collettivo UANM, gruppo socialmente attivo in Costiera Amalfitana che affronta tematiche Sociali, Culturali, di Genere e molto altro. Il gruppo si presenta sui social come “Pensiero Collettivo, Azione Corale, Movimento Differente”, ma se volete scoprire di più, eccovi un’interessante intervista.

Come nasce Uanm? Potreste raccontarci, anche in una breve descrizione, del vostro nome e logo? Cosa rappresentano i simboli sul logo? 

Uanm nasce a Praiano dall’esigenza comune di un gruppo di amic* di affrontare temi importanti che riguardano la nostra quotidianità, dalle questione ambientali, sociali e di carattere culturale, alla rivendicazione dei diritti delle donne e della comunità LGBTQ+ presenti sul territorio.
È il frutto di un processo che era già in atto sul territorio della Costiera amalfitana. Sentivamo un forte bisogno di confrontarci su temi della contemporaneità, di far emergere un altro punto di vista sulle complessità che affrontano oggi le nuove generazioni facendo ricorso, laddove possibile, ad un linguaggio più vicino ai ragazzi ed alle ragazze di oggi. Il collettivo vuole essere uno spazio inclusivo in cui possano convivere diverse persone, diverse competenze, diverse visioni in cui tutti possano sentirsi a proprio agio. 

Il nome UANM – Collettivo d’Azione Indifferente nasce durante uno dei primi incontri. Ci piaceva l’idea di essere un “Collettivo”, dove a prevalere su tutto e tutt* è il progetto e non le singole personalità. Ci siamo dati l’obiettivo di preservare tutte le sensibilità che lavorano ad UANM e a chi voglia unirsi al progetto. “D’Azione” invece perché ci siamo resi conto che per avviare dei processi non si può restare fermi, bisogna avere un ruolo socialmente attivo,. Infine “indifferente” con il prefisso “in” barrato perché non vogliamo essere indifferenti alle problematiche generali della contemporaneità e del nostro territorio, ma cerchiamo di farlo in maniera differente, offrendo un punto di vista nuovo, meno anacronistico.

La quaglia è diventata la nostra mascotte perchè è un simbolo della tradizione popolare praianese ed ha origine dal gioco di comunità ‘a quaglia ngopp ‘u mur che ha unito almeno tre generazioni per più di 60 anni. Inoltre, la quaglia è un uccello migratore e per noi è un elemento simbolico.
Purtroppo oggi la Costiera non è un luogo in cui tutti possano no realizzare le proprie ambizioni o sentirsi pienamente se stess*, in molti sono costretti ad andare via per studio o per lavoro. Ci piacerebbe invece creare le basi affinché migliorino le condizioni di vita di tutt* e nascano nuove opportunità, reali e concrete, anche qui. Il simbolo della cupola infine è un elemento architettonico che accomuna tutta la Costiera perché noi non ci rivolgiamo al singolo paese, ma ai 45 km di comunità costiera.

Programmi attuali e progetti futuri? 

Dopo un’estate in cui siamo riusciti a realizzare qualche appuntamento culturale, abbiamo dato vita ad un progetto editoriale. Questo nasce nel periodo del secondo lockdown per sfruttare al meglio le circostanze imposte dal Covid e non rimanere immobili. Era da tempo che ci interrogavamo su questioni che riteniamo urgenti e abbiamo deciso di iniziare a condividerle sui social, in attesa del momento in cui potremo rifarlo dal vivo.

Ci siamo divisi in gruppi di lavoro e ad oggi siamo già in 19 ad approfondire i temi che trovano spazio nelle varie rubriche: natura, cultura, parità di genere, sessualità, questioni LGBTQ, sociale. Il nostro intento non è solo quello di far emergere le problematiche che ci circondano ma proporre delle soluzioni nate dalla condivisione con gli attori del territorio. In futuro riprenderemo ad organizzare incontri, rassegne culturali, momenti di sensibilizzazione e di dialogo. 

“L’uomo è pienamente tale solo quando gioca” afferma Schiller. Cosa ne pensate? 

Non bisogna perdere lo spirito del gioco, bisogna lasciare spazio al bambin* che è in noi. Il gioco porta con sé principi di libertà e necessità. Vorremmo che il gioco torni ad essere questo: un momento di leggerezza e ricerca in cui i più piccoli possano divertirsi e crescere.
Notiamo che oggi il gioco è sempre più inteso come momento formativo imposto dall’alto in cui non si ha più la possibilità di sbagliare senza subire delle conseguenze. C’è chi teorizza questo fenomeno come perdita dell’infanzia, invece noi vogliamo valorizzare proprio il fanciullino pascoliano che è in noi.

Abbiamo notato che spesso vi riferite ai giochi di una volta. Parlateci di “ A quaglia ngopp ‘u mur”. Cosa rappresenta per voi? 

Alla prima occasione organizzeremo una giornata di gioco alla quaglia ngopp ‘u muro e sarete tutti invitati. 
Questo gioco per noi simboleggia la nostra infanzia, un tratto identitario. Ogni persona della costiera può ritrovarsi in un elemento della propria cultura. 

Turismo, Cultura ed integrazione. In quale di questi elementi vi rispecchiate? 

Sono temi della nostra agenda. Tratteremo questi e altri temi che necessitano di uno spazio di dialogo e confronto. La nostra idea è trattare tutti questi temi, partendo da questioni generali, per calarli sul territorio costiero. Proveremo a mettere in risalto tutte le problematiche presenti. Siamo così sicuri che la Costiera sia solo quella cartolina che vendiamo in tutto il mondo? Senza affrontare questi problemi e chiamarli con il proprio nome rischiamo di vivere assuefatti in una gabbia dorata. 

Come vi immaginate Praiano tra 10 anni? Qual’è per voi il luogo simbolo di Praiano e perché? 

Noi più che Praiano proviamo a ragionare sulla Costiera, infatti sin da subito hanno fatto parte del gruppo giovani di altri comuni. Ci piacerebbe avere una costiera dinamica, stimolante, con un turismo più sostenibile, una cultura diffusa e accessibile, una costiera aperta, che mostri maggior attenzione e rispetto per il territorio.

Un luogo da cui non dover andare via, o comunque dove poter tornare, con opportunità diverse per i giovani. 

Descrivetevi in una sola parola! 

UANM!

Alla prossima intervista!

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