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Gli Incentivi
Il 27 maggio 2020, la Commissione europea, in risposta alla attuale storica crisi socio economica, ha predisposto lo strumento Next Generation EU, dotato di 750 miliardi di euro utili alla ripresa dei paesi membri dell’Unione. Il 21 luglio 2020, durante il Consiglio Europeo, i Capi di Stato dell’UE hanno raggiunto un accordo politico sul pacchetto di finanziamento destinato ai vari paesi.
In risposta a quanto deciso in Europa, il 12 gennaio 2021 il CdM italiano ha approvato una proposta di PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ambiziosissimo, ovvero un piano di indirizzo per la ristrutturazione e modernizzazione del nostro paese.
Stiamo parlando di un ingente pacchetto economico (per iniziare 200 Miliardi di Euro), destinato a sovvenzionare numerosi interventi strategici nazionali tra cui la riqualificazione del patrimonio edilizio.
Come noto, il dl Rilancio (dl 34/2020, convertito in legge 77) ha previsto all’art. 119 la detrazione del 110% per varie tipologie di interventi edilizi: energetici, sismici, fotovoltaici, ricarica auto elettriche, superamento di barriere architettoniche etc.
Stiamo parlando dell’ormai noto SUPERBONUS 110% che è solo l’ultima di una lunga serie di misure previste dalla normativa fiscale italiana volta all’incentivazione delle attività edili funzionali alla riqualificazione urbana.
Dette misure intendono strategicamente ottenere il duplice risultato di mettere in sicurezza sismica le nostre città creando al contempo una virtuosa riqualificazione funzionale/energetica del patrimonio edilizio.
A tal proposito, è doveroso evidenziare le straordinarie ricadute in termini socio economici di simili interventi, che non è pleonastico definire, storicamente irripetibli.
IN ITALIA
- Ma in Italia si può usufruire di questi incentivi?
- Quali sono i requisiti necessari ?
Molti sanno che in Italia il quadro normativo urbanistico è piuttosto farraginoso. Lo stratificarsi irrefrenabile di norme urbanistiche e di tutela del paesaggio, a livello nazionale e locale, ha reso complessa ogni attività edile, paralizzando di fatto numerose iniziative “sulla carta” virtuose.
Tutto ciò è apparso da subito chiarissimo alla classe dirigente nazionale che con lungimiranza è intervenuta affinché il nostro paese non “perdesse il treno” del rinnovamento a costo zero.
Per la prima volta dal dopoguerra lo Stato ha messo in campo una campagna di riqualificazione edilizia senza precedenti!
Per raggiungere il suo scopo il Legislatore ha inteso intervenire sul Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/01), ormai inadeguato a gestire le problematiche che affliggono il nostro patrimonio edilizio.
Di fatto i nostri edifici sono il risultato del susseguirsi di interventi edilizi, domande di condono e speculazioni stratificate nel tempo.
In questo panorama caotico il concetto di legittimità urbanistica, (vedi articolo 9-bis, comma 1-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380) diventerebbe ostacolo alla fruizione degli incentivi pubblici rischiando di paralizzare l’intero progetto di rilancio.
Per scongiurare questo rischio, il nostro Primo Ministro ha messo in moto la macchina normativa raggiungendo di fatto un risultato storico.
La legge di conversione del decreto Semplificazioni (D.L. n. 77/2021, convertito in l. n. 108/2021) ha modificato l’art. 119 del decreto Rilancio (D.L. n. 34/2021) stabilendo che relativamente al Superbonus 110%.:
- Gli interventi saranno eseguiti con semplice CILA (in pratica una dichiarazione non necessitante autorizzazioni).
- La presentazione della CILA non richiede l’attestazione dello stato legittimo di cui all’ articolo 9-bis, comma 1-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 , bensì è sufficiente menzionare il titolo edilizio di costruzione del manufatto o indicare che l’immobile è stato realizzato antecedentemente al 1967.
In altre parole il Governo ha inteso mettere in letargo le annose questioni relative allo stato legittimo degli immobili, affermando con forza la distanza tra legittimità e finanziabilità di un intervento.
Grazie a questi interventi normativi, lo Stato ha fornito agli Enti Locali gli strumenti per fare il bene della collettività.
Il risultato in ITALIA è stato dirompente. L’Italia è diventata cantiere edile, siamo fermi ai box con l’obiettivo di rendere moderne e sostenibili le nostre città.
E la maggior parte delle realtà locali questo lo ha capito!
E A POSITANO?
Positano è il reframe di una storia nota.
Alla stregua di un restaurato Califfato, siamo tutti “ostaggio” di figure non “illuminate” che ci tirano verso il basso, lontani dal treno del rinnovamento!
La semplice applicazione di ciò che è legge dello Stato diventa esercizio improbabile per gli uffici di questa città.
Purtroppo non stiamo parlando di un ufficio che affannosamente impedisce l’edificazione e la deturpazione incontrollata del contesto urbano, bensì siamo al cospetto di una compulsiva ed inconcludente caccia alle streghe.
Oggi questa caccia alle streghe si materializza nella scontata scoperta di ciò che da decenni è sotto gli occhi di tutti, ovvero, che il “costruito” di oggi è diverso da quello di 60 anni fa!
Qual è il risultato di una simile condotta della P.A.?
La perdita di una grandissima opportunità, il danno economico, l’inizio di querelle legali in contrasto ad Ordinanze Comunali compulsive, immotivate, irragionevoli, per menzionare solo alcuni degli aggettivi utilizzati dai giudici del TAR per definire l’operato di questi “efficientissimi” Uffici pubblici, che di fatto vengono puntualmente sconfessati dalla legge.
Non si comprende per quale motivo persone così poco qualificate continuino ad imperversare creando un così smisurato danno alla collettività; risulta oltremodo incomprensibile la ragione per la quale detti Dirigenti e Funzionari continuino ad agire con il benestare della compagine politica.
Le recenti semplificazioni hanno consentito, ad ogni latitudine in questo paese, lo snellimento della burocrazia nei procedimenti amministrativi dell’edilizia. La nascita del regime auto-dichiarativo ha garantito agli Uffici Pubblici maggiori risorse da impiegare in attività ordinaria, ribaltando di fatto sul professionista una serie complessa di incombenze.
Ma inspiegabilmente tutto ciò a Positano non accade.
Lasciamo al lettore una serie di interrogativi.
1) Perchè a Positano il principio di semplificazione viene puntualmente disatteso a danno dell’intera collettività?
2) Quale vantaggio concreto comporta per la comunità Positanese, la frenetica attività indagatoria della P.A. proiettata al passato e le conseguenti “sterili” e costosissime bagarre legali che mortificano intere famiglie, screditando e danneggiando il tessuto professionale del paese?
3) Privare “gratuitamente” il paese di una stupefacente opportunità di riqualificazione sociale quale il Superbonus, chi avvantaggia davvero?