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Parlare di #destagionalizzazione in epoca di Covid può esser visto con scetticismo e sicuramente farà emergere le molte contraddizioni di questo tempo. Abbiamo appena chiuso una stagione brevissima, e relativamente fortunata, e ci troviamo nuovamente ad affrontare nuove restrizioni e un aumento dei contagi che spaventano nell’immediato noi e i nostri ospiti rendendo le previsioni di medio e lungo periodo scoraggianti.
Se parlare di destagionalizzazione ora sembra improprio, è vero invece che è necessario cogliere l’occasione per ripensare l’offerta culturale e turistica della nostra destinazione. È questo il momento giusto per rivolgere l’attenzione ai temi protagonisti del futuro dell’industria turistica: accessibilità, sostenibilità ambientale e welfare culturale, ossia socialità culturale inclusiva.
È questo il tempo, in questa bassa stagione che assomiglia ad un lockdown, di stimolare e promuovere le reti presenti sul territorio muovendosi nell’ottica di una crescita culturale che ci prepari alla sfida della ripresa.
In quest’ottica è necessario mettere a frutto il patrimonio culturale del nostro territorio a partire da quello più grande: il paesaggio.
Questo elemento può essere al centro dell’offerta del turismo verde per il quale è possibile rafforzare l’offerta, già molto popolare, della sentieristica con un’adeguata valorizzazione dei borghi montani. L’organizzazione di micro-eventi come sfilate e piccoli mercati, concerti per le strade e nelle chiese, passeggiate a tema promuoverebbe la ricchezza di tradizioni e la cultura locale.Sarebbe auspicabile lo sviluppo del turismo culturale con la valorizzazione del MAR – Museo Archeologico Romano e l’arricchimento della sua offerta con esperienze virtuali ed immersive (anche on-line) per rappresentare l’epoca storica della quale il Museo è testimonianza e per far “emergere” la presenza della villa al di sotto del centro storico, così da creare una narrazione nello spazio della città.
Un ultimo punto di forza del nostro territorio è l’enogastronomia della quale si fa interprete il mondo della ristorazione. Proprio con i ristoratori si potrebbero organizzare incontri tematici volti alla scoperta delle tradizioni culinarie ed agricole “invernali”.
Non dimentichiamo che il Covid ha messo a nudo tutte le criticità di uno sviluppo insostenibile.
È nostro dovere cogliere l’occasione della crisi per creare nuove opportunità.#puntiamoinalto